Se guardiamo al movimento comunista, in un certo numero di casi possiamo osservare atteggiamenti e stati d'animo veramente infantili nelle reciproche relazioni tra I partiti. In questi casi non si tratta della “malattia infantile dell'estremismo”, ma, piuttosto, del non volere vedere o sentire qualcosa che non piace.
Non molto tempo fa ho letto insieme a mia nipote un ottima favola di Nikolay Nosov, "LE AVVENTURE DI NEZNAYKA E DEI SUOI AMICI". In un episodio, Neznayka decide di diventare pittore.
“Mentre tutti dormivano, Neznayka dipinse i ritratti dei suoi amici. Ponchik fu dipinto così grasso che non rientrava neppure tutto nel quadro, Toropyzhka con gambe lunghe e magre, con una coda canina. Dipinse Pulka a cavalcioni del suo cane Bulka, il dottor Piliulkin con un termometro al posto del naso. A Znayka disegnò orecchie d'asino. In poche parole, dipinse delle caricature. Al mattino, dopo avere scritto il nome corrispondente sotto ciascun ritratto, li appese alle pareti, come in una vera galleria d'arte. Il primo a svegliarsi fu il dottor Piliulkin. Come vide i disegni, scoppiò a ridere. Gli piacquero così tanto che indossò gli occhiali per guardarli meglio, esaminando un disegno dopo l'altro e ridendo sempre più forte. “Bravo Neznayka – disse -, non ho mai riso così tanto in vita mia!”. Infine, vide il proprio ritratto. “Chi è costui? - chiese con voce seccata -, Sarei io? Non è possibile, non mi assomiglia affatto. Levalo subito.”.
A ognuno erano piaciute le caricature degli altri ma, non appena riconoscevano sé stessi, esigevano che il quadro fosse rimosso.
Possiamo osservare una simile situazione nella nostra vita adulta, di partito, con la sola differenza che qui non sitratta di caricature amichevoli, ma di reali disaccordi. Tutti criticano l'opportunismo e il revisionismo, ma non appena si chiamano in causa nomi o partiti concreti, sorgono immediatamente obiezioni del tipo: “per cortesia, non dite così, non si possono appiccicare etichette, risparmiamo le nostre critiche per la borghesia, non per noi stessi, ecc.”.
Rivolgiamoci a Lenin e vediamo quali principi seguiva nel suo lavoro teorico e pratico.