Prima di trarre conclusioni circa gli effetti per la classe operaia in Turchia di una elevata e persistente disoccupazione, vorrei citare alcuni dati su questo tema. Ma, prima di tutto, devo brevemente spiegare perché inizio un articolo sulla situazione della classe operaia in Turchia con la "disoccupazione". La ragione è semplice e chiara: non è solo perché la minaccia della disoccupazione colpisce segmenti molto larghi della classe operaia, ma anche per il fatto che i disoccupati sono una delle sezioni più grandi della classe operaia in Turchia.
Secondo le statistiche sul lavoro presentate dall'Istituto di statistica turco (TSI), il tasso di disoccupazione in Turchia nel novembre 2011 era del 9,1% ed il numero dei disoccupati di 2,5 milioni di persone. Tuttavia, una stima più verosimile dei disoccupati [2] è di 4,5 milioni con il tasso al 16,2%. Il tasso ufficiale di disoccupazione tra i giovani (di età compresa tra i 15 e i 24 anni) è circa del 17%, mentre il tasso reale di disoccupazione giovanile è circa il 30% ed il numero dei giovani disoccupati è 1.438.000 . Nelle aree urbane e tra i giovani con alti livelli di istruzione, questi tassi sono ancora più alti.
Il numero di coloro che non sono attivamente in cerca di lavoro, ma che sono pronti a iniziarne uno è via via aumentato, fino a 1,2 milioni. Circa 700 mila di questi sono lavoratori scoraggiati, o che hanno perso la speranza di avere un lavoro. È perfettamente plausibile assumere che il sostentamento di queste persone dipenda da prestazioni sociali e altre risorse come i legami con la campagna ed i fondi di solidarietà, ecc. La tabella 1 riassume le statistiche sulla disoccupazione che abbiamo citato finora.
Tabella 1. La disoccupazione e le statistiche sulla forza lavoro
(Migliaia di persone)
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Novembre 2010
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Novembre 2011
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Forza lavoro
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25.665
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26.696
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Impiegati
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22.854
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24.267
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Disoccupati
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2.811
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2.429
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Tasso di partecipazione della forza lavoro (%)
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48.6
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49.4
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Tasso di impiego (%)
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43.2
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44.9
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Tasso di disoccupazione (%)
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11.0
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9.1
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Tasso di disoccupazione non agricola (%)
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13.7
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11.4
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Tasso di disoccupazione tra i giovani (%)
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20.8
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17.0
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Persone che non sono nella forza lavoro
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27.195
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27.331
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Disoccupati secondo la definizione ampia
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5.126
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4.508
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Tasso di disoccupazione più ampio e reale (%)
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19.0
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16.2
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Un'altra cosa importante da sottolineare è la grande quantità di persone che non sono classificate nella forza lavoro [3] in Turchia. Le persone che non sono alla ricerca di un lavoro, ma sono pronte a iniziarne uno, fanno parte anche loro di questa categoria. I 12,2 milioni di persone che compongono questa popolazione, la quale supera i 27 milioni di persone in totale, sono casalinghe, 4,4 milioni sono persone legate nell'ambito educativo e formativo e i restanti sono pensionati, disabili, malati e anziani. Queste sezioni della classe operaia, che si possono considerare come popolazione inattiva, forniscono tuttavia un'altra potenziale riserva di forza lavoro per i capitalisti, oltre ai disoccupati. In Turchia, l'intenzione degli ultimi provvedimenti rivolti ad imporre una maggiore flessibilità nell'organizzazione del lavoro è di creare una manodopera enorme in queste sezioni della classe operaia in grado di esser mobilitata quando è necessario. Ovviamente, con le politiche che portano questa popolazione nel mercato del lavoro attraverso il lavoro atipico, il governo cerca di aumentare la circolazione della forza lavoro e anche di esercitare una pressione al ribasso sui salari medi, i diritti e le condizioni di lavoro degli operai.
La presunta popolazione inattiva, che comprende i sottoccupati, [4] i lavoratori temporanei e le persone che non sono alla ricerca di un lavoro, ma sono pronte ad iniziarne uno, è una leva importante per la classe capitalista. Allo stesso modo, coloro che partecipano al mondo del lavoro dopo aver fatto parte della grande manodopera inattiva saranno proletarizzati sotto l'influenza ideologica di questa stessa sezione della popolazione. Pertanto, possiamo dire che dopo di ciò l'assalto per imporre la flessibilità sia completato, la nuova classe operaia sarà ancora più estranea alle idee di organizzazione e lotta a causa di fattori oggettivi e soggettivi.
Una questione cruciale degna di nota è che la popolazione inattiva in attesa di essere inclusa nella forza lavoro, i disoccupati e i lavoratori con bassi livelli salariali di sussistenza sono stati via via sempre più dipendenti dalle prestazioni sociali e dalle reti informali di solidarietà come le comunità e sette religiose durante i periodi dei governi del Partito di Giustizia e Sviluppo (AKP). A questo proposito, possiamo sostenere che la distorsione ideologica causata dai legami duraturi della classe operaia urbanizzata in Turchia con la terra, sia stata sostituita dalla deformazione causata dalle prestazioni sociali e delle reti comunitarie di solidarietà e di carità, poiché la prima fu eliminata dalle presunte "riforme" che si realizzarono in Turchia dopo la crisi del 2001.
Il dato più recente in materia di prestazioni sociali erogate dal governo appartiene alla fine del 2009. Ma, la tendenza del dato ci fornisce informazioni sufficienti per riassumere la situazione. Secondo le statistiche ufficiali, la dimensione degli aiuti alimentari concessi dal governo alle amministrazioni locali per la distribuzione tramite le Fondazioni di assistenza sociale e solidarietà è stata di 35 milioni di Lire turche (circa 23 milioni di dollari) nel 2003, 55 milioni di Lt (circa 34 milioni di dollari) nel 2004, 90 milioni di Lt (circa 60 milioni di dollari) nel 2005, 150 milioni di Lt (circa 100 milioni di dollari) nel 2006, 140 milioni di Lt (circa 93 milioni di dollari) nel 2007, 213,7 milioni di Lt (circa 142 milioni di dollari) nel 2008 e di 382,4 milioni di Lt (circa 255 milioni di dollari) nel 2009. Osserviamo una tendenza simile e in rapida crescita degli aiuti nelle forniture di carbone ed alimentari durante il governo dell'AKP. Il numero di famiglie che ricevono aiuti con forniture di carbone superava i 2,2 milioni nel 2009. Poiché questa cifra è aumentata ulteriormente nel 2010, possiamo dire che circa 12 milioni di persone usufruiscono di assistenza, quasi 7 milioni di elettori. La tabella 2 mostra la tendenza della erogazione di aiuti in carbone dal 2003 al 2009.
Tabella 2. Numero di famiglie che usufruiscono dell'aiuto in carbone, 2003-2009
Anno
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Quantità di Carbone distribuito (in tonnellate)
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Numero di beneficiari (famiglia)
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2003
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649,820
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1096488
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2004
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1052379
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1610170
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2005
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1329676
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1831234
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2006
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1363288
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1797083
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2007
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1494163
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1894555
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2008
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1827131
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2246280
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Per quanto riguarda i sussidi per il pagamento delle case, il governo ha somministrato 919.900 Lt (circa 612.000 dollari) per 415 persone nel 2006, 2.503.950 Lt (circa 1.669.300 di dollari) per 642 persone nel 2007, 40.461.955 Lt (circa 26.974.637 di dollari) per 27.906 persone nel 2008 e 74.430.494 Lt (circa 49.620.329 di dollari) per 72.304 persone nel 2009.
Come suggerisce questo dato, il governo dell'AKP organizza una vasta rete di assistenza sociale in cui si include una vasta sezione della popolazione. A quanto pare, nella percezione di questi ampi strati della popolazione, che comprende anche i lavoratori poveri, i disoccupati e gli inattivi, il carattere del governo come "erogatore di servizi" è stato sostituito da quello di "erogatore di aiuti". Questo è un fattore importante perché si colloca nel grande quadro del cambiamento nelle percezioni di sfruttamento e disuguaglianza. In questo contesto, i diritti della classe operaia non sono percepiti come qualcosa di conquistato attraverso la lotta, ma come qualcosa concesso dai potenti. Pertanto, lo spazio pubblico è totalmente aperto alle organizzazioni religiose e reazionarie perché la cultura della "carità" è strettamente collegata all'ideologia religiosa.
Una parte dell'assistenza sociale e delle reti di carità sono divenute un importante mezzo di sostentamento per gran parte della classe operaia e della suddetta popolazione che la circonda. Le riforme bancarie e la congiuntura economica dopo la crisi del 2001 hanno facilitato l'accesso al credito personale al consumo e le carte di credito sono divenute uno dei principali mezzi di pagamento. Soprattutto per i lavoratori che non ricevono i loro stipendi regolarmente, le carte di credito sono essenziali. La classe operaia altamente indebitata si può soggiogare all'ideologia borghese molto più facilmente e fortemente, gli interessi si muovono in sostegno alla "stabilità economica" e alle esigenze della classe capitalista di essere in grado di pagare i propri debiti. In altre parole, ai lavoratori altamente indebitati, gli interessi dei loro nemici di classe sembrano più rilevanti dei propri.
Per avere una sommaria idea sul livello di indebitamento, mi riferisco ad alcune statistiche. Nel 2002, il totale dei prestiti al consumo è stato di circa due miliardi di dollari, mentre questo è stato di oltre 80 miliardi di dollari nel 2010, e più di 90 miliardi di dollari nel giugno 2011. Il debito complessivo delle famiglie era di 129 miliardi di Lt nel 2008, 147 miliardi nel 2009 e di 191 miliardi nel 2010. Durante lo stesso periodo, la quota dei debiti complessivi delle famiglie rispetto ai propri redditi disponibili è aumentato dal 36 al 41%. Tuttavia, la percentuale dei pagamenti d'interessi rispetto al reddito disponibile è diminuita dal 6,2 al 4,4% per la diminuzione dei tassi. In altre parole, i consumatori sono più indebitati, ma destinano una quota minore del loro reddito al pagamento degli interessi. E' quindi plausibile sostenere che la loro sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse è aumentata. Quasi la metà dei prestiti al consumo sono prestiti per la casa, mentre il 45% è costituito da prestiti finanziari personali e il 5% è costituito da prestiti per autoveicoli. Il numero di persone titolari di prestiti in sofferenza è aumentato da circa 1,1 milioni nel 2008 a 1,6 milioni nel marzo 2011.
Interruzioni nel flusso di prestazioni sociali, nella carità e nei prestiti significherebbe una catastrofe per i lavoratori che diventano sempre più dipendenti da questi fattori. Pertanto, la stabilità della politica borghese e la vita assistenziale si sono convertite nelle loro sole aspettative future. Queste circostanze sono ancora più radicate per la relativa distanza delle giovani generazioni di lavoratori all'idea di organizzazione e lotta.
La disperazione delle masse disoccupate e la ricerca di un rifugio sicuro hanno svolto un ruolo significativo per il sistema dominante nella costruzione di una base reazionaria di massa.
Un terzo fattore che gioca un ruolo importante nella frammentazione, disorganizzazione, assimilazione e sottomissione della classe operaia in Turchia è l'espansione del lavoro informale in tutti i settori. E' impossibile parlare di qualsiasi tipo di libertà per i lavoratori informali, per non parlare della libertà di organizzarsi. Oltre la disoccupazione, una delle ragioni principali per cui le masse lavoratrici in Turchia accettano di lavorare in nero è l'elevato livello di indebitamento. In Turchia, il governo ha un ruolo fondamentale nella raccolta dei prestiti, in quanto i prestiti passivi si costringono a pagare attraverso la confisca. Il governo svolge un ruolo decisivo nella riscossione dei prestiti, in quanto i prestiti in sofferenza vengono incassati tramite confisca. Pertanto i lavoratori che cercano di sfuggire alla confisca del loro salario o di sbarcare il lunario danno il loro consenso al lavoro informale, senza alcun diritto.